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Abbazia di San Galgano (SI)

  • Immagine del redattore: ivan morosini
    ivan morosini
  • 1 lug 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

Oggi vi portiamo a visitare l'Abbazia di San Galgano, un gioiello architettonico immerso nella suggestiva campagna toscana. Ci troviamo nel comune di Chiusdino in provincia di Siena.

Abbazia di San Galgano

La nostra visita all'abbazia inizia con una passeggiata lungo il viale di cipressi da dove puoi intravvedere la sua bellezza dall' architettura gotico-cistercense. Edificata a 300 mt. dall'eremo (Cappella di San Galgano chiamata anche Rotonda di Montesiepi) la struttura architettonica dell'Abazia ricorda le costruzioni presenti nell' Irlanda, Scozia e Galles. Edificata dai monaci cistercensi, costruivano i loro monasteri vicino ai fiumi in questo caso al Merse, oltre ad avere un approvvigionamento idrico potevano sfruttare la forza idrica convogliandola in canali per il funzionamento del mulino, zone boschive o paludose da bonificare e convertire in terreno coltivabile, inoltre le abbazie dovevano sorgere lungo le più importanti vie di comunicazione, il tutto seguendo i canoni stabiliti dalla regola di San Bernardo.

Abbazia di San Galgano

Storia dell'Abbazia di San Galgano


Costruzione e apogeo

L'edificazione dell'Abbazia di San Galgano ebbe inizio nel 1219 e si protrasse per quasi cinquant'anni, culminando nella sua consacrazione ufficiale nel 1268 ad opera del Vescovo di Volterra, Alberto Solari. L'identità del progettista rimane avvolta nel mistero, sebbene alcuni indizi suggeriscano un possibile coinvolgimento di Donnus Johannes, reduce dai lavori nell'abbazia di Casamari conclusi l'anno precedente.

Abbazia di San Galgano

Durante il XIII secolo, l'abbazia prosperò, divenendo un importante centro religioso, culturale ed economico. La sua influenza si estese ben oltre i confini locali, grazie al sostegno di imperatori e papi. I monaci cistercensi, abili gestori, accrebbero i possedimenti terrieri dell'abbazia, sviluppando attività agricole, commerciali e finanziarie che contribuirono alla sua ricchezza e prestigio.


Abbazia di San Galgano

Crisi e declino

Tuttavia, a partire dal XIV secolo, l'abbazia iniziò a subire un graduale declino. Una serie di eventi avversi, tra cui la carestia del 1329 e la peste del 1348, decimò la comunità monastica e ne compromise le attività. Inoltre, l'abbazia fu saccheggiata più volte dalle compagnie di ventura, tra cui quelle guidate dal temibile Giovanni Acuto, nel 1361 e 1364. Questi eventi funesti segnarono l'inizio di un lungo periodo di decadenza.

Abbazia di San Galgano

La Commenda e la fine di un'epoca

L'introduzione della pratica della Commenda nel 1364 diede il colpo di grazia all'abbazia. Questo sistema prevedeva l'affidamento dell'abbazia a laici, spesso nominati da entità politiche o religiose, che ne traevano i benefici economici senza alcun interesse per la cura del patrimonio religioso e culturale.

Sotto il regime della Commenda, l'abbazia versò in uno stato di progressivo abbandono. La sua manutenzione fu trascurata, i beni dilapidati e la comunità monastica si ridusse drasticamente. Nel corso dei secoli successivi, l'abbazia andò in rovina, conservando intatto solo il suo fascino suggestivo e la sua aura di mistero.

Abbazia di San Galgano

L'eredità di San Galgano

Oggi, l'abbazia di San Galgano, seppur in rovina, rimane un simbolo eloquente della storia medievale italiana. Le sue mura scarnite e la sua atmosfera mistica continuano ad attrarre visitatori da tutto il mondo, affascinati dalla sua bellezza decadente e dalla ricca storia che custodisce. Un monito tangibile della fragilità del potere e della grandezza, l'abbazia di San Galgano rappresenta un invito a riflettere sul trascorrere del tempo e sull'inesorabile mutamento delle vicende umane.

Abbazia di San Galgano

La Commenda

L'abate commendatario è un ecclesiastico saltuariamente può essere laico, che detiene un'abbazia in commendam ovvero in affidamento. Questo si verifica quando il governo effettivo del monastero è separato dalla proprietà dell'abbazia.

In questo caso al commendatario spetta percepire i soli redditi prodotti dal convento, mentre il priore esercitata l'autorità sui monaci. Il commendatario generalmente risiede in un luogo diverso dal monastero, se ecclesiastico può avervi anche giurisdizione, ma in ogni caso non può esercitare alcuna autorità sulla disciplina monastica interna.

Attualmente in rovina priva di tetto e ridotta alle sole mura, è considerato ancora oggi uno dei luoghi più suggestivi e prestigiosi esempi di architettura, il suo fascino attira ancora un cospicuo flusso turistico noi compresi.

Abbazia di San Galgano

La cappella di San Galgano


Sulla sommità di una collina immersa sorge la Cappella di San Galgano a Montesiepi, un capolavoro dell'architettura gotica cistercense che custodisce la memoria di San Galgano Guidotti. Costruita nel XIII secolo, la cappella si distingue per la sua eleganza sobria e raffinata. La sua struttura ottagonale, in laterizio e pietra serena, è sormontata da un'elegante cupola a costoloni. L'interno, illuminato da una luce soffusa che filtra dalle strette finestre ogivali, crea un'atmosfera di pace e spiritualità.

Cappella di San Galgano a Montesiepi


L'interno della Cappella

L'interno della Cappella di San Galgano è caratterizzato da una struttura circolare con una cupola centrale. Al centro della cappella è esposta la spada nella roccia, simbolo della rinuncia di San Galgano alla violenza. Le pareti sono decorate con affreschi medievali che raffigurano scene della vita del santo. L'atmosfera è suggestiva e sacrale, invitando alla contemplazione e alla riflessione spirituale.

Cappella di San Galgano

Storia di San Galgano

Galgano Guidotti nacque nel 1148 a Chiusdino, cresciuto come cavaliere, inizialmente condusse una vita violenta fatta di guerre e dedita ai piaceri dell'alta società. Nel 1180, dopo una visione dell'Arcangelo Michele, decise di abbandonare la vita mondana e di dedicarsi a Dio. Per simboleggiare questa trasformazione spirituale, infisse la sua spada in una roccia, rinunciando così alla violenza.



Vita da Eremita

Dopo aver infisso la spada nella roccia, Galgano visse come eremita a Montesiepi. Trascorse il resto della sua vita in preghiera e penitenza, lontano dalle distrazioni e dai piaceri mondani. La sua devozione e il suo esempio di vita attrassero numerosi fedeli e pellegrini, che venivano a vedere la spada e a cercare la sua benedizione. Morì il 3 dicembre 1181 e fu canonizzato da Papa Lucio III nel 1185.

In sua memoria, furono costruiti l'Abbazia di San Galgano e la Cappella di Montesiepi, dove tuttora è conservata la famosa spada nella roccia. San Galgano è venerato come simbolo di pace e conversione spirituale.

San Galgano

Reliquie di San Galgano

All'interno della Cappella di Montesiepi sono esposti gli arti mummificati attribuiti a San Galgano Guidotti. Conservata in una teca di vetro, gli arti sono sorprendentemente ben preservati, con le dita visibilmente intatte. Questa reliquia, circondata da leggende di miracoli e poteri curativi, rafforza l'aura di sacralità del luogo, attirando devoti e visitatori interessati alla storia del santo e alla sua trasformazione spirituale.

Arti di San Galgano
Didascalia degli arti di San Galgano

La leggenda

Esiste una storia che collega l'Eremo di San Galgano alla presenza del Santo Graal, considerandolo uno dei tanti luoghi dove si narra che il Santo Graal sia stato sepolto. Non è ancora chiaro se il Santo Graal sia il calice usato da Gesù nell'ultima cena o la coppa che Maddalena usò per raccogliere il sangue di Gesù. Come tutte le leggende, si dice che per accedere al luogo segreto sia necessario spostare una leva o una pietra. Si suppone che forse nel XIII secolo il Santo Graal sia stato nascosto in qualche sotterraneo, e che San Galgano ancora lo protegga


La spada nella roccia

Al centro della cappella si trova l'elemento più iconico: la spada nella roccia. Secondo la leggenda, San Galgano, un cavaliere vissuto nel XII secolo, ebbe una visione mistica che lo spinse a convertirsi e a dedicare la sua vita alla fede. In segno di rinuncia alla sua vita da cavaliere, conficcò la sua spada nella roccia, trasformandola in una croce. Questo gesto diede origine al soprannome di "San Galgano" e lo rese un'icona della conversione e del pentimento.

La spada nella roccia

Didascalia della spada nella roccia

Sito internet: www.sangalgano.info/ 



Concludendo

La visita a San Galgano, si rimane affascinati dalla combinazione di storia, leggenda e spiritualità. L'iconica spada nella roccia e l'atmosfera sacra della Cappella di Montesiepi offrono un'esperienza unica di riflessione e contemplazione. L'Abbazia, con le sue maestose rovine, incanta i visitatori, rendendo questo luogo un'importante testimonianza del passato e un simbolo di trasformazione spirituale.






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