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  • Apremont-sur-Allier

    Oggi vi portiamo a visitare Apremont-sur-Allier , un borgo medievale che sembra uscito da una miniatura del XV secolo. Ci troviamo nel comune di Apremont-sur-Allier , nel dipartimento del Cher , nella regione Centre-Val de Loire , a pochi chilometri dal confine con la Borgogna. Questo villaggio, abitato da appena 67 anime, è un capolavoro di architettura e paesaggistica, plasmato da secoli di storia e dalla visione di una famiglia che ne ha fatto un gioiello riconosciuto tra i Plus Beaux Villages de France . Dalle origini medievali alla rinascita ottocentesca Le radici di Apremont affondano in epoca romana, come attestano i frammenti di ceramica e tegole scoperti presso le sorgenti locali. Il nome deriva dal latino asper mons (" monte scosceso "), riferito alla collina su cui sorgeva l’originaria fortezza medievale, costruita nell’XI secolo per controllare l’unica via di transito lungo l’Allier e riscuotere dazi. Distrutta durante la Guerra dei Cent’anni, la roccaforte fu ricostruita nel XV secolo assumendo l’aspetto attuale: cinque torri massicce in pietra calcarea dorata, bastioni e caditoie che ancora oggi svettano sul fiume. Il villaggio si sviluppò come insediamento di cavatori e barcaioli: le sue cave fornivano pietra pregiata per castelli come Chambord e cattedrali come quella di Orléans, trasportata via fiume su chiatte. Con il declino delle cave nel XIX secolo, la popolazione si ridusse drasticamente, preparando il terreno per una trasformazione radicale. La rivoluzione di Eugène Schneider La storia moderna di Apremont-sur-Allier è inseparabile da Eugène II Schneider (1868-1942), esponente della dinastia di industriali siderurgici del Creusot. Dopo aver sposato Antoinette de Saint-Sauveur, erede del castello, Schneider dedicò 48 anni alla riscoperta dell’identità medievale del borgo. Acquistò quasi tutte le case del villaggio (tranne un caffè-osteria, ancora esistente) e le ristrutturò in stile "berrichon" , ispirandosi all’architettura rurale del Berry. Architetti come Antoine de Galéa aggiunsero torrette, scale esterne, finestre a crociera e tetti di ardesia, utilizzando legname delle foreste locali e pietra delle cave riaperte per l’occasione. Schneider impose anche un colore unificante, il "Van Dyck Brown" , ancora oggi utilizzato per porte e persiane, che dona al villaggio una tonalità calda e uniforme. Il suo intervento, completato negli anni ’30, valse ad Apremont il titolo di Monumento Storico  per il castello (1989) e l’ingresso tra i borghi più belli di Francia (1987). Il Castello: tra Medioevo e romanticismo industriale Il Château d’Apremont-sur-Allier   (visitabile solo esternamente) è un ibrido architettonico unico. Delle originarie 14 torri medievali ne restano cinque, integrate in una struttura ricostruita nel XVI secolo e modificata nel Settecento con ampie finestre per ammirare il fiume. La torre isolata a nord-est ospita una cappella affrescata, mentre il corpo principale, privatizzato dopo la Rivoluzione, mantiene facciate in pietra con caditoie e merlature. Le scuderie ottocentesche , accessibili al pubblico, custodiscono il Musée des Calèches : una collezione di carrozze d’epoca, finimenti e attrezzi agricoli che raccontano la vita rurale e nobiliare del XIX secolo. Tra i pezzi più pregiati, una berlina imperiale con intarsi in ebano e un calesse da caccia con stemmi degli Schneider. Il villaggio: un museo a cielo aperto Passeggiare per Apremont è come sfogliare un libro di storia dell’arte. Le case in pietra ocra, addossate le une alle altre, presentano elementi medievali autentici o ricostruiti : travature a vista, mensole scolpite, pozzi incassati nei muri. La Place Eugène Schneider , cuore del borgo, è dominata dalla fontana in pietra e dalla chiesa di Notre-Dame-de-l’Assomption , con affreschi del Quattrocento e una statua lignea della Vergine. Il lavatoio pubblico  del 1850, alimentato da una sorgente perenne, è un gioiello di archeologia industriale: qui le donne del villaggio lavavano i panni fino agli anni ’60, chiacchierando sotto la tettoia in legno. Un dettaglio curioso: Schneider fece rimuovere tutte le dependance laterali delle case per preservare l’uniformità delle facciate, creando un effetto scenografico senza pari. Il Parc Floral: un giardino da fiaba Creato negli anni ’70 da Gilles de Brissac  (discendente degli Schneider), il Parc Floral d’Apremont  (12 ettari) è un capolavoro di landscape design, premiato come Jardin Remarquable . Il parco fonde influenze inglesi, giapponesi e persiane: Giardino bianco : un labirinto di ortensie, peonie e rose bianche che circonda un padiglione neoclassico russo. Ponte-pagoda cinese : struttura in legno laccato di rosso, sormontata da un tetto a scaglie ceramiche, che scavalca un laghetto popolato di carpe koi. Cascata sonora : un salto d’acqua artificiale incorniciato da rododendri centenari, il cui rumore accompagna i visitatori lungo i sentieri. Foresta delle licniti : un bosco di querce secolari piantate dagli Schneider, attraversato da ponti tibetani sospesi. In primavera, 40.000 bulbi (tulipani, giacinti, narcisi) trasformano il parco in un mosaico cromatico, mentre a ottobre gli aceri giapponesi incendiano il paesaggio con tonalità scarlatte. Il paesaggio fluviale: l’Allier, ultimo fiume selvaggio d’Europa L’ Allier , che lambisce il borgo, è un corridoio ecologico unico, popolato da castori, aironi e lontre. Il sentiero GR3  costeggia il fiume per 4 km, offrendo punti d’osservazione privilegiati, come il ponte sospeso del 1830 , da cui ammirare i meandri fluviali. I canoisti possono noleggiare kayak per discendere il fiume fino al Bec d’Allier  (confluenza con la Loira), ma attenzione: la diga dei Lorrain, 2 km a valle, è rischiosa per i principianti. Il pontile d’attracco  del villaggio, utilizzato un tempo per caricare la pietra, è oggi un punto di sosta per le escursioni fluviali. Eventi da non perdere: tra fiori e magia Il borgo rivive attraverso appuntamenti stagionali: Nocturne à la Bougie  (30 agosto 2025): il Parc Floral si illumina con 5.000 candele, mentre installazioni luminose animano cascate e padiglioni. I visitatori possono picnicare nel parco, eccezionalmente aperto fino a mezzanotte Chasse aux Œufs  (5 aprile - 5 maggio 2025): caccia alle uova di Pasqua nel parco, con premi in cioccolato e uova d’oro nascoste tra i rododendri Fête des Plantes  (maggio e ottobre): mercato di florovivaismo con 60 espositori, degustazioni di vini Sancerre e laboratori di giardinaggio Halloween au Jardin  (31 ottobre 2025): il parco si popola di streghe e fantasmi; i bambini, in costume, raccolgono dolci tra le scuderie del castello Eventi: QUI Quando visitare Apremont-sur-Allier ? Maggio-giugno : ideali per le fioriture del Parc Floral e il Festival delle Piante. Settembre-ottobre : foliage lungo l’Allier e clima mite per passeggiate. Dicembre : il villaggio si veste di luminarie, con mercatini natalizi nella piazza principale. Evitare gennaio-febbraio: alcuni servizi turistici restano chiusi. Nelle vicinaze Castle of Meauce Il Castello di Meauce, situato nella regione francese del Nivernais, affonda le sue radici in un passato millenario, con le prime testimonianze che risalgono al 1070 e le strutture più antiche datate al XII secolo. La sua architettura distintiva, caratterizzata da una forma rotonda e poligonale, si erge su una motta feudale che domina il fiume Allier. Dopo essere stato distrutto durante la Guerra dei Cent'Anni, fu ricostruito mantenendo la sua identità originaria. Le sue mura, spesse fino a tre metri, custodiscono edifici risalenti principalmente ai secoli XV e XVII. Riconosciuto come Monumento Storico dal 1923, il castello si estende su un'area di 13 ettari, immerso in una zona naturale protetta. Dopo un periodo di abbandono, il castello è stato riportato al suo antico splendore grazie a un restauro accurato, aprendo le sue porte ai visitatori e offrendo ospitalità e attività. Conclusione: un microcosmo di storia e bellezza Apremont-sur-Allier non è un semplice borgo medievale, ma un’opera d’arte totale, dove architettura, paesaggio e visione umana si fondono in un’armonia senza tempo. Dalle ambizioni industriali degli Schneider alla poesia botanica del Parc Floral, ogni pietra racconta una storia di passione e conservazione. Un luogo per chi cerca la Francia autentica, lontano dalle folle, dove il fruscio dell’Allier e il profumo delle rose antiche rievocano secoli di storia.

  • Museo dei blindati (Saumur)

    Oggi vi portiamo a visitare il Museo dei Blindati  a Saumur, nel dipartimento del Maine e Loira, nella regione della Loira. Preparatevi a essere travolti da una sensazione di meraviglia mentre questi giganti d'acciaio mostrano tutta la loro forza e imponenza! Un Viaggio nella Storia dei Carri Armati Il Museo dei Blindati di Saumur, nato nel 1977 per volere del colonnello Aubry , ha aperto le sue porte al pubblico nel 1983 sotto la gestione dell' Association des Amis du Musée des Blindés . Da una collezione iniziale di oltre 200 esemplari, è cresciuto fino a diventare la più importante collezione di veicoli blindati al mondo , un vero paradiso per gli appassionati di storia militare e modellismo. Attualmente, il museo custodisce più di 800 tra carri armati e blindati , di cui circa 250 sono esposti al pubblico . Il resto è in attesa di restauro, oppure utilizzato per pezzi di ricambio. Qui troverete veicoli appartenenti alle maggiori potenze militari, ripercorrendo la storia del carro armato dalla sua apparizione sui campi di battaglia fino agli anni '80. Pezzi Unici e Restauri Straordinari Il museo vanta oltre 200 mezzi originali , anche se la maggioranza dei veicoli esposti sono repliche fedeli a causa della rarità dei pezzi di ricambio originali. Ciò che rende questo museo davvero eccezionale è il suo team di meccanici specializzati  e tecnici dedicati al recupero di componenti introvabili e al restauro completo dei veicoli, un processo che può durare fino a due anni ed è estremamente costoso. Per gli intenditori, il museo espone pezzi unici come lo Jagdpanther , il Panther  e, il più famoso di tutti, l'unico esemplare al mondo di Königstiger (Tiger II) completamente funzionante . Circa il 20% dei mezzi esposti è operativo , tanto che alcuni sono stati persino utilizzati come veri e propri attori in scene cinematografiche. Consigli Utili per la Visita Sebbene il Museo dei Blindati sia meno conosciuto rispetto ad altre attrazioni turistiche della Francia, proprio perché un po' fuori dai percorsi più battuti, vale assolutamente la pena visitarlo. Può essere un'ottima tappa per iniziare o concludere un viaggio dedicato ai luoghi dello sbarco in Normandia , offrendo una prospettiva più approfondita sull'evoluzione della guerra meccanizzata. Inoltre, essendo l'esposizione completamente al coperto, è la soluzione perfetta per una giornata di maltempo . All'interno, troverete un' area dedicata ai bambini  dove possono salire su alcuni mezzi, rendendo la visita divertente anche per i più piccoli. Informazioni pratiche: Fotografie:  Con un supplemento di soli 5 euro , è possibile scattare fotografie all'interno del museo, un'opportunità imperdibile per gli appassionati. Non perdete l'occasione di immergervi in questa straordinaria collezione che testimonia l'ingegno e la potenza dei veicoli blindati attraverso la storia. Siete pronti a sentirvi piccoli di fronte a queste imponenti macchine da guerra? Cosa vedere a Samur Saumur, incantevole città nella Valle della Loira, offre un mix affascinante di storia, cultura equestre e delizie enogastronomiche. Oltre al già menzionato Museo dei Blindati, ecco cosa non perdere: Château de Saumur A dominare la scena, come un guardiano di un'altra epoca, si erge il Castello di Saumur . Con le sue torri fiabesche e i suoi pinnacoli che si stagliano contro il cielo, sembra uscito da un'illustrazione d'altri tempi. Costruito originariamente come fortezza nel X secolo e poi trasformato in un magnifico palazzo principesco, è un'icona del patrimonio francese. Entrare nelle sue mura, oggi patrimonio dell'UNESCO, è come varcare una soglia incantata, lasciandosi alle spalle il mondo e perdendosi tra i sogni e le leggende di re e principesse. Oggi ospita il Museo delle Arti Decorative e del Cavallo, dove si possono ammirare collezioni di arazzi, mobili, dipinti e oggetti legati alla storia equestre. Le distillerie di Samur La regione di Saumur è, infatti, rinomata per le sue affascinanti abitazioni e le storiche cantine sotterranee. Non solo: la zona offre anche l'opportunità di esplorare le cantine di rinomate case vinicole  come Bouvet Ladubay, Distillerie Combier  e Langlois-Château . Molte di queste visite includono degustazioni  dei pregiati vini locali. Cadre Noir e Scuola Nazionale di Equitazione  Saumur è la capitale mondiale dell'equitazione classica. Qui ha sede la prestigiosa Scuola Nazionale di Equitazione, con il suo celebre corpo di istruttori, il Cadre Noir. È possibile assistere a dimostrazioni equestri e visitare le scuderie e le sellerie. Centro Storico Passeggia tra le vie del centro storico, ammira l'architettura del Municipio e scopri la Chiesa di Notre-Dame des Ardilliers, un importante luogo di pellegrinaggio. Non dimenticare di attraversare il ponte per l'Île d'Offard per una vista panoramica sulla città e sul castello. Nelle vicinanze A circa 20 chilometri da Saumur , si trova un'esperienza davvero unica: La Cave aux Sculptures  a Denezé-sous-Doué. Questo affascinante sito trogloditico , un tempo una cava di pietra, è stato trasformato in una straordinaria galleria d'arte a cielo aperto . Qui, centinaia di sculture e bassorilievi  sono stati scolpiti direttamente nella morbida roccia di tufo. Le opere, realizzate da artisti locali, raffigurano scene di vita quotidiana, personaggi fantastici, animali e simboli, creando un'atmosfera misteriosa e suggestiva. È come un "libro di pietra" che narra storie e tradizioni della magnifica regione della Loira. A soli 4 chilometri da La Cave aux Sculptures , l'esplorazione del mondo troglodita continua con i celebri siti e cantine scavate nel tufo . Qui potrai immergerti nell'atmosfera unica di villaggi trogloditici  come Rochemenier , dove potrai scoprire come la gente viveva (e in alcuni casi vive ancora) sotto terra. Curiosamente, alcune di queste grotte ospitano anche coltivazioni di funghi , offrendo un'ulteriore particolarità da scoprire. Passeggiate sulla Loira:  Goditi la bellezza del paesaggio con un tour in barca sulla Loira o una pedalata lungo le numerose piste ciclabili che costeggiano il fiume. Concludendo A Saumur, l'esperienza del Museo dei Blindati è un'immersione unica: si tratta della più importante collezione al mondo di veicoli militari, dove la potenza e l'imponenza di ogni carro armato ti trasportano direttamente nel cuore della storia. Ma il viaggio non finisce qui. Saumur offre un perfetto equilibrio tra storia e cultura, con il suo maestoso Château che domina la città, la prestigiosa Scuola Nazionale di Equitazione del Cadre Noir e affascinanti cantine trogloditiche dove degustare vini locali. La sua posizione ideale la rende il punto di partenza perfetto per esplorare la Valle della Loira o una tappa significativa dopo aver visitato i siti dello Sbarco in Normandia. Informazioni museo blindati: https://www.museedesblindes.fr/ Informazioni Castello: Castello di Saumur

  • Etna

    Un Viaggio al Cuore dell'Etna: Avventura in Camper dal Rifugio Sapienza Oggi vi portiamo a visitare il vulcano più grande d’Europa. Ci troviamo in provincia di Catania, nella regione Sicilia. L'Etna, un maestoso stratovulcano complesso, domina il panorama della costa orientale della Sicilia, ridefinendo continuamente i suoi contorni. La sua presenza imponente e la sua natura in perenne mutamento lo rendono una delle meraviglie naturali più affascinanti e studiate del mondo, promettendo un'avventura indimenticabile tra paesaggi lunari e panorami mozzafiato. Breve storia dell'Etna: Un Cuore Pulsante di Storia Geologica L’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa, con un’altezza di circa 3.357 metri, e si trova sulla costa orientale della Sicilia. La sua formazione risale a circa 550.000 anni fa , durante il Pleistocene medio, quando le prime eruzioni sottomarine diedero origine a un complesso vulcanico che si è sviluppato nel tempo attraverso molteplici fasi di attività. Nel corso dei millenni, l’Etna ha vissuto numerose eruzioni, alcune delle quali hanno avuto un impatto significativo sulla geografia e sulle comunità circostanti. Tra le eruzioni storiche più importanti si ricordano: 252 d.C. , quando la lava raggiunse Catania ma, secondo la tradizione, fu fermata dal velo di Sant’Agata, patrona della città. 1614 , l’eruzione più lunga mai documentata, durata 10 anni e con un’enorme emissione di lava che coprì 21 km² sul versante nord. 1669 , forse la più devastante, che distrusse diversi paesi e parte della città di Catania, modificando anche il litorale e creando i Monti Rossi. L’Etna è un vulcano stratificato, formato dalla sovrapposizione di colate laviche e prodotti piroclastici, con una struttura in continua evoluzione a causa delle eruzioni frequenti. La sua attività è legata alla collisione tra la placca Africana e quella Euroasiatica, che genera movimenti tettonici e fenomeni vulcanici persistenti. Oggi l’Etna continua a eruttare regolarmente, offrendo spettacoli naturali unici e rappresentando una risorsa scientifica e culturale fondamentale per la Sicilia e il Mediterraneo . Rifugio Sapienza: La Base Ideale per l'Avventura in Camper Il Rifugio Giovanni Sapienza rappresenta il punto di partenza per eccellenza per esplorare le pendici meridionali dell'Etna. Situato a circa 1910-1920 metri sul livello del mare, è l'ultimo punto del vulcano raggiungibile con veicoli privati o autobus pubblici. La sua posizione strategica lo rende la stazione base della Funivia dell'Etna, che offre la prima salita nel paesaggio vulcanico. Questo versante "Etna Sud" è spesso considerato il lato più "turistico", con una varietà di negozi di souvenir e ristoranti che offrono servizi utili prima o dopo un'escursione. Esplorare il Vulcano: Itinerari e Avventure Il versante Etna Sud, sebbene considerato più "turistico", offre un'esperienza incredibilmente immersiva nel paesaggio vulcanico, prevalentemente brullo e affascinante. L'ascesa si articola in diverse fasi, ognuna con le sue peculiarità. L'Ascesa dal Rifugio Sapienza (Etna Sud): Un'Esperienza a Strati L’avventura sull’Etna inizia con una spettacolare salita in funivia dal Rifugio Giovanni Sapienza, a circa 1900 metri di quota, fino a 2500 metri. Questo viaggio di circa 15 minuti regala un panorama unico, una sorta di “volo” sul vulcano che permette di ammirare crateri spenti e antiche colate laviche. All’arrivo, si apre davanti agli occhi un paesaggio quasi lunare, con la possibilità di fare una breve passeggiata di 30 minuti fino al cratere del 2001, immergendosi nell’atmosfera suggestiva delle alte quote. Per chi desidera spingersi più in alto, si prosegue a bordo di speciali bus 4x4 che portano fino a circa 2750-2800 metri. Qui, accompagnati da guide alpine o vulcanologiche certificate, si affronta un trekking di 20-30 minuti verso i Crateri Barbagallo, scoprendo da vicino la natura vulcanica e godendo di viste spettacolari sulla Valle del Bove. È importante sottolineare che oltre i 2500 metri l’accompagnamento guidato è obbligatorio per motivi di sicurezza. La sfida finale è raggiungere i Crateri Sommitali a 3357 metri, un’escursione di circa 2 ore da quota 2800 metri, che completa un’esperienza di circa 5 ore tra funivia, 4x4 e trekking. Tuttavia, l’accesso ai crateri sommitali dal versante sud non è sempre consentito a causa dell’attività vulcanica in corso, e spesso la quota massima raggiungibile è intorno ai 3000 metri. Chi vuole arrivare in vetta può considerare il versante nord, che offre tour specifici per raggiungere la cima. Da qui si possono osservare da vicino i crateri attivi e ammirare panorami mozzafiato che spaziano dalla Valle del Bove al Mar Mediterraneo. In sintesi, questa esperienza si sviluppa in tre fasi: il suggestivo viaggio in funivia fino a 2500 metri, il proseguimento in 4x4 con trekking guidato fino a 2800 metri, e infine la camminata verso i crateri sommitali, un percorso che unisce emozione, natura e sicurezza per vivere l’Etna in tutta la sua maestosità. Altre Escursioni e Punti di Interesse Oltre all'ascesa principale, l'Etna offre una varietà di escursioni e punti di interesse: Crateri dell'Eruzione del 2002:  Un'opportunità per esplorare i crateri formatisi durante la significativa eruzione del 2002. Valle del Bove:  Questa immensa depressione a forma di ferro di cavallo è un anfiteatro geologico dove confluiscono la maggior parte delle colate laviche, offrendo alcune delle viste vulcaniche più drammatiche e spettacolari. Grotta di Serracozzo / Tour delle Grotte:  Per una prospettiva diversa, è possibile esplorare le grotte laviche. Si consiglia di verificare sempre la fattibilità dell'accesso e di portare attrezzatura essenziale come casco e torcia. Sicurezza e Preparazione: La Tua Checklist per l'Etna L’Etna è un vulcano attivo e imprevedibile, dove condizioni meteorologiche, attività eruttiva e accessibilità dei sentieri possono cambiare rapidamente e senza preavviso. Questa dinamicità rende l’esperienza emozionante ma impone rigidi protocolli di sicurezza: è fondamentale essere accompagnati da guide esperte e prepararsi con attenzione. Si consiglia di valutare realisticamente la propria forma fisica, soprattutto per escursioni con dislivelli importanti e terreni difficili. È essenziale portare attrezzatura adeguata, come abbigliamento a strati, scarpe robuste, acqua, cibo energetico, lampada frontale e dispositivi di emergenza. Si sconsiglia vivamente di avventurarsi da soli oltre i 2500-2900 metri senza guida certificata, a causa dei rischi di perdersi, incontrare pericoli vulcanici improvvisi e le conseguenze potenzialmente gravi di un’escursione non assistita. Rispettare le indicazioni delle autorità e affidarsi a professionisti è la chiave per vivere un’esperienza sicura e responsabile sull’Etna. Conclusione: Un Ricordo Indelebile Una visita all'Etna offre un'esperienza profonda e ineguagliabile, un amalgama di bellezza naturale mozzafiato, potenza geologica primordiale e l'emozione dell'esplorazione avventurosa. Il vulcano, con la sua storia millenaria e la sua costante attività, si rivela un ambiente dinamico e imprevedibile, che richiede rispetto e preparazione. Che si scelga la comodità di un camper attrezzato nelle vicinanze o la prossimità diretta al Rifugio Sapienza, ogni opzione offre un punto di partenza per un'immersione in un paesaggio unico. Abbracciare la natura mutevole e selvaggia del vulcano, seguendo le linee guida di sicurezza e affidandosi all'esperienza delle guide, assicurerà che il viaggio verso il vulcano attivo più grande d'Europa lasci ricordi indelebili e una profonda consapevolezza delle forze che modellano il nostro pianeta. Parcheggio Rifugio Giovanni Sapienza: GPS

  • Château de Villandry -Versailles

    Château de Villandry: Dove l'Arte e la Natura si Incontrano Oggi vi portiamo a visitare il Castello di Villandry. Ci troviamo nel dipartimento dell'Indre e Loira, nella splendida regione del Centre-Val de Loire, nel cuore della celebre Valle della Loira, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Se ti piace visitare castelli, sei un amante della storia e dell'architettura, questa è una tappa che non può mancare nel tuo viaggio se passi dalla Loira. Un po’ di storia Il Castello di Villandry fu edificato nel XVI secolo, precisamente nel 1536, per volere di Jean Le Breton, ministro delle finanze di Francesco I. Le Breton demolì un'antica fortezza medievale, della quale oggi resta solo il mastio ( donjon ), per costruire una residenza rinascimentale elegante e raffinata. Il castello fu concepito come dimora di rappresentanza, dove accogliere ospiti illustri e mostrare il potere e il gusto dell’élite dell’epoca. Nel corso dei secoli, Villandry passò di mano in mano, subendo modifiche stilistiche, fino a quando, nel 1906, fu acquistato dal medico spagnolo Joachim Carvallo e da sua moglie Ann Coleman, erede di una famiglia americana di industriali . A loro si deve la rinascita del castello e soprattutto dei suoi famosissimi giardini, ricostruiti con passione e rigore storico. Architettura Villandry è l'ultima grande realizzazione del Rinascimento francese della Loira , unendo eleganza, simmetria e rigore proporzionale. Costruito sulle rovine di un’antica fortezza, con un linguaggio architettonico sobrio e raffinato, ha subito modifiche neoclassiche ma è stato restituito all’armonia rinascimentale grazie al restauro del XX secolo. Col suo stile architettonico e i celebri giardini sottostanti, rappresenta un gioiello in perfetta sintonia con l’ideale rinascimentale di “villa di piacere”. I giardini di Villandry: un capolavoro verde La fama del Castello di Villandry è intrinsecamente legata ai suoi straordinari giardini , che rappresentano il culmine dell'arte dei giardini alla francese. Si estendono su una superficie di 6 ettari e sono disposti su tre livelli, collegati tra loro da viali e specchi d'acqua. La loro particolarità è la ricchezza simbolica e la precisione geometrica che li rendono delle vere e proprie opere d'arte viventi. Troviamo: Il giardino ornamentale , dove siepi di bosso disegnano motivi simbolici dell’amore (tenero, tragico, appassionato e volubile). Il giardino d’acqua , con un grande bacino centrale, luogo di calma e riflessione. L’orto decorativo , organizzato secondo schemi geometrici e arricchito da piante orticole e fiori colorati. Il giardino dei semplici , dedicato alle piante medicinali. Il labirinto , un piccolo spazio divertente e simbolico. Il giardino del sole , aggiunto in epoca più recente, con un’ispirazione più romantica. Il loro stile si rifà all’ideale rinascimentale italiano, ma con un tocco francese ben riconoscibile, e sono mantenuti con una cura meticolosa che lascia senza fiato. Particolarità e curiosità Villandry è l'unico dei grandi castelli della Loira a non avere una storia legata alla monarchia francese; è un esempio di dimora rinascimentale di un alto dignitario di Stato. Il castello non fu mai abbandonato, a differenza di altri nella Valle della Loira. Questo ha permesso di conservarlo in condizioni eccellenti. Il castello è ancora oggi abitato dai discendenti della famiglia Carvallo, che ne garantiscono la conservazione e l’apertura al pubblico. Il castello di Villandry è il più visitato dei castelli presenti nella Loira. I giardini sono stati ricreati seguendo antichi disegni del XVI secolo, grazie a un minuzioso lavoro di ricerca storica. Ogni estate, il castello ospita eventi e spettacoli, tra cui le suggestive “Notti delle Mille Luci”, quando i giardini vengono illuminati da migliaia di candele. Una visita che incanta Villandry non è solo una meta per gli appassionati di storia e giardinaggio, ma un’esperienza sensoriale: profumi, colori, silenzi e prospettive perfettamente calcolate rendono la visita unica. Che tu stia esplorando la Valle della Loira in cerca di castelli fiabeschi, o semplicemente desideri immergerti in un’oasi di bellezza e armonia, il Castello di Villandry ti regalerà un ricordo indelebile. Arredamento interno Il Castello di Villandry , situato nella Valle della Loira, si distingue non solo per la sua architettura ma soprattutto per i suoi interni. L’arredamento di Villandry non è il risultato di commissioni reali o di appartenenza a casati — al contrario, è un'espressione dell’estetica, della cultura e dei valori personali della famiglia Carvallo, che nel XX secolo ha trasformato una residenza storica in una casa autentica e accogliente, vissuta e aperta al pubblico, in modo fortemente personale e familiare, non aristocratico. Ogni ambiente del castello è espressione di scelte estetiche consapevoli, frutto di secoli di stratificazioni culturali: La Sala da Pranzo , al piano terra, presenta toni provenzali color pesca scelti da Michel-Ange de Castellane, con una fontana a forma di angelo funzionale per rinfrescare l’ambiente: un esempio di armonia tra bellezza e praticità, che le è valso il riconoscimento come monumento storico dal 1934. La Galleria dei Dipinti , al primo piano, ospita opere spagnole del XVII secolo, testimonianza della passione artistica del dottor Joachim Carvallo e sua moglie, che fecero del castello un santuario per la loro collezione, mostrando un approccio interculturale all’arte. Il Salone Orientale  è dominato da un soffitto moresco in legno intagliato, proveniente dal Palazzo dei Duchi di Maqueda di Toledo. Questo capolavoro composto da 3600 pezzi  e ricco di simboli sia islamici che cristiani (come le conchiglie di Santiago) crea un affascinante dialogo tra culture e religioni, simbolo della storia complessa della Spagna. Oltre agli arredi, Villandry si distingue per l’accoglienza calorosa, resa viva da dettagli come mazzi di fiori freschi e cesti di verdure: gesti semplici che trasformano il castello in una casa vissuta, non in un museo statico. Conclusione Villandry rappresenta un esempio unico di come il gusto personale e il mecenatismo privato possano plasmare il patrimonio culturale, superando i modelli aristocratici tradizionali. Il castello è un crocevia di influenze francesi, spagnole e orientali, un microcosmo del ricco scambio culturale europeo e una testimonianza vivente di passioni, visioni e bellezza senza tempo. Sito internet: www.chateauvillandry.fr/   traduzione in italiano Google   Parcheggio castello: GPS Area sosta camper: www.campingcarpark.com : GPS

  • Borgo Parrini (PA)

    Un sogno a cielo aperto: colori, murales e atmosfere Gaudí nel cuore della Sicilia Borgo Parrini è una frazione del comune di Partinico, in provincia di Palermo, Sicilia. Il suo nome deriva dal dialetto siciliano “ parrini ”, che indica i sacerdoti: la sua origine affonda le radici nel XVII secolo, quando i padri Gesuiti decisero di stabilirsi qui, acquistando terreni per l’attività agricola e costruendo una chiesetta dedicata a Maria Santissima del Rosario. Storia e rinascita artistica Origini religiose e rurali La storia di Parrini inizia tra il XVI e il XVII secolo, quando i padri Gesuiti di Palermo acquistarono le terre attorno a Partinico e vi costruirono torri d’avvistamento, magazzini, abitazioni agricole e una chiesa dedicata a Maria Santissima del Rosario. Fu questo il nucleo intorno al quale si sviluppò successivamente il villaggio. Con la soppressione dell’ordine, il borgo passò in mano al principe francese Henri d’Orléans, che impiantò una fiorente azienda vinicola, rendendo Parrini un vivace centro agricolo fino al secondo dopoguerra. La successiva emigrazione verso le città portò il paese a spopolarsi e a vivere decenni di decadenza. L’arte come rinascita È solo negli ultimi anni che Borgo Parrini ha iniziato ad attirare sempre più curiosi e turisti. La sua rinascita lo deve soprattutto all’impegno di Giuseppe Gaglio, imprenditore locale e vero “regista” della trasformazione: grazie al recupero di abitazioni e spazi pubblici, ha dato nuova vita al borgo ispirandosi all’estro creativo di Antoni Gaudí. Le case sono state dipinte con colori luminosi, adornate da mosaici e maioliche, impreziosite da citazioni di poeti e artisti sui muri. Quest’arte di decorare trae origine dal desiderio di trasformare un luogo abbandonato in un laboratorio di colore, fantasia e ottimismo, dove ogni parete racconta una storia e ogni vicolo diventa una tela a cielo aperto Arte murale: perché disegnare sui muri? Il disegno sulle facciate ha radici pratiche e simboliche: Restauro con creatività Gaglio e la comunità hanno riutilizzato materiali di scarto (azulejos, vetri, pezzi di ceramica) ricostruendo la bellezza di spazi altrimenti degradati . Messaggi di comunità Citazioni e frasi celebri – da Gandhi a Dante, da Madre Teresa a Coelho – arricchiscono le pareti, trasformando Borgo Parrini in un luogo dove murale e letteratura si incontrano. Paragone con altri borghi murati Passeggiando tra le vie di Parrini, i murales e le coloratissime facciate riportano inevitabilmente alla mente altri famosi borghi d’arte che abbiamo visitato come: Dozza ←leggi il post (Emilia‑Romagna) e Saludecio ←leggi il post (Marche), in cui la pittura murale è un segno distintivo dell’identità locale. Qui però la combinazione tra motivi gaudiniani, mosaici e scritte poetiche crea un’atmosfera unica e quasi onirica. Cosa vedere Parrocchia di Maria SS. del Rosario Semplice e luminosa, costruita nel ‘700 dai Gesuiti, circondata da case dagli affreschi vivaci. Case-museo Quattro abitazioni restaurate e visitabili (circa 1 € ciascuna), che racchiudono interni con oggetti tradizionali: pupi siciliani, arredamento rurale, oggetti di uso quotidiano. Museo Onirico “Siculo‑Europeo” Situato in Casa Gaglio, espone installazioni oniriche ispirate a Monet, Chagall e Van Gogh: un viaggio nel sonno e nella fantasia. Caffè Letterario Un piccolo spazio culturale dove si svolgono eventi, presentazioni, incontri. Arredato con ceramiche e mosaici ispirati agli azulejos. Murales iconici Volti di Frida Kahlo (“Frida alla Luna” di Peppe Vaccaro) e Franco Battiato (opera di Rocco Micale), insieme a frasi e ritratti di personaggi storici. Negozi e botteghe artigianali Piccole botteghe artigiane di ceramica, souvenir, pannelli decorati, profumi locali e artigianato tipico. L’atmosfera: giorno vs notte Di giorno Durante il giorno, Borgo Parrini si accende di luce e colore: la luce naturale del sole esalta i toni sgargianti delle facciate dipinte, fa risplendere mosaici e decorazioni, e dona nuova vita alle citazioni poetiche incise sui muri. Passeggiare tra i vicoli acciottolati, circondati da piante fiorite e case variopinte, è come immergersi nella tipica luminosità mediterranea, in un’atmosfera vibrante e gioiosa che invita a guardarsi attorno con meraviglia e a catturare ogni angolo con lo sguardo o con la macchina fotografica. Di notte Al calar della sera, invece, l’illuminazione soffusa esalta le tinte delle case e restituisce una sensazione magica, quasi fiabesca, sospendendo l’intero paese in una dimensione surreale, come se d’improvviso ci si ritrovasse avvolti in una fiaba vivente. Un turismo nato da poco Fino a meno di un decennio fa, Borgo Parrini era pressoché sconosciuto. Solo grazie alla riqualificazione artistica e al passaparola – soprattutto tra fotografi, instagrammer e appassionati di borghi insoliti – ha iniziato ad attrarre visitatori curiosi, diventando una piccola gemma emergente nella scena turistica siciliana. Concludendo: perché visitare Borgo Parrini Visitare il borgo di Parrini offre un esperienza di viaggio fuori dai grandi itinerari, dove ogni dettaglio racconta una rinascita, dove le case sono vetrine di arte e poesia, e dove si cammina in un paese che ha scelto il colore e l’arte come strumenti di rinascita. Un borgo che incanta per semplicità e vivacità, regalando emozioni e immagini indimenticabili.

  • Santo Stefano di Sessanio (AQ)

    Oggi vi portiamo a vistare Santo Stefano di Sessanio. Ci troviamo in provincia dell'Aquila nella regione Abruzzo. Questo antico borgo medievale, interamente costruito in pietra bianca, si erge come un vero gioiello incastonato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Famoso per aver saputo conservare intatto il suo fascino senza tempo. Breve storia Fondato probabilmente tra XII e XIII secolo su diramazioni di antiche vie consolari e tratturi, il borgo raggiunse il suo splendore nel Rinascimento sotto i Medici. Francesco de’ Medici valorizzò la produzione di lana e infrastrutture, aggiungendo portali ad arco con formelle fiorite, bifore e mensole: la traccia estetica fiorentina rimane tuttora evidente. I terremoti del 1703 e del 2009 danneggiarono alcune strutture, ma proprio l’assenza di modernizzazione ne ha preservato l’integrità medievale. Negli ultimi decenni, grazie a interventi conservativi e all’albergo diffuso avviato da Daniele Kihlgren, il borgo ha ripreso vita, attirando turisti e investimenti culturali. L'Arte di Perdersi a Santo Stefano Abbandona ogni punto di riferimento e addentrati nel suo labirinto di vicoli stretti e acciottolati. È qui, tra le mura di pietra e i balconcini fioriti, che il borgo rivela i suoi segreti più affascinanti. Il modo migliore per scoprire la vera anima di Santo Stefano di Sessanio non è seguire una mappa, ma perdersi . Lascia che la curiosità sia la tua unica guida e permettiti di lasciarti trasportare dalla magia di questo borgo. I passaggi voltati alternano punti di penombra e tratti aperti, creando un contrasto che riscalda l’anima nei mesi freddi e regala magie di luce e ombra d’estate . Ogni vicolo si arrampica leggermente, conducendo senza soluzione di continuità verso la Torre Medicea : l’idea di fondo è un borgo-nido che si stringe intorno al suo cuore difensivo. In questi stretti spazi, tra botteghe di artigiani che tessono lana, tingono fili con ritmi antichi e producono merletti a tombolo, il tempo sembra sospeso: ogni pietra, arco e finestra racconta una storia, invitandoti a camminare con lentezza per scoprire dettagli nascosti e vivere l’atmosfera autentica del borgo. Un’esperienza sensoriale che fonde pietra, storia e tradizione, suggerendo a ogni passo un pezzo di vita medievale ancora vivo nel cuore dell’Abruzzo. Torre Medicea Torre circolare del XIV secolo (originariamente alto 20 m) restaurata nel 2021, simbolo dominante del borgo, con panorami meravigliosi sul Gran Sasso e Campo Imperatore. Chiesa Madre di Santo Stefano Protomartire , situata fuori dalle mura cittadine, fu edificata tra XIII e XIV secolo e ricostruita dopo il terremoto del 1703, con una pianta a tre navate, volte a crociera e preziose opere sacre che narrano secoli di fede e devozione. In Piazza Medicea  spicca la Cappella Medicea o Santa Maria delle Grazie , un elegante esempio di barocco settecentesco arricchito da iscrizioni che commemorano i caduti delle guerre, un luogo di raccoglimento e memoria collettiva. Il Palazzo del Capitano , noto anche come Palazzo Mediceo, domina il borgo con loggiati rinascimentali, bifore gotiche e massicci bastioni. Antica residenza del potere locale, oggi testimonianza dell'autorità pubblica e civile dei Medici. Nei pressi, il Palazzo Anelli  si affianca alla chiesa di Santa Caterina . Entrambi edifici monofamiliari in pietra, mostrano raffinati dettagli architettonici e raccontano l’intimità della vita quotidiana del passato, offrendo uno sguardo autentico sulla storia privata del borgo. Tradizioni e gastronomia Il borgo è famoso per lenticchia di Santo Stefano , presidio Slow Food, piccola, tenera e storica dal X secolo. Altre specialità: zafferano di Navelli, pecorino canestrato, agnello, ferratelle e dolci mandorlati. Eventi Santo Stefano di Sessanio, con la sua atmosfera senza tempo, ospita eventi che riflettono la sua ricca storia e le sue tradizioni. Tra le manifestazioni più significative, spiccano in particolare due appuntamenti annuali: Sagra della Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio:  Questo è l'evento più celebre e atteso del borgo. La lenticchia, un presidio Slow Food, è il prodotto simbolo del territorio. La sagra si tiene tradizionalmente il primo fine settimana di settembre  e celebra questo legume con degustazioni, piatti tipici, musica popolare, mercatini di artigianato e spettacoli. È un'occasione imperdibile per assaporare l'autentica cucina abruzzese e immergersi nell'atmosfera di festa del paese. La Notte delle Lumère:  Si tratta di una manifestazione affascinante e suggestiva che si svolge a inizio novembre , legata all'antica tradizione contadina e celtica. In questa occasione, il borgo si illumina di "lumere", ovvero zucche e rape intagliate a forma di teschio e decorate con candele, che venivano usate per esorcizzare l'idea della morte. L'evento include laboratori di intaglio, spettacoli itineranti, conferenze, e un'atmosfera unica che riporta in vita leggende e racconti del passato. Oltre a questi due eventi principali, il borgo è spesso animato da altre manifestazioni culturali, concerti e mercatini che variano di anno in anno, soprattutto durante il periodo estivo e le festività natalizie, offrendo sempre nuove occasioni per visitarlo. Nelle vicinaze Castello di Rocca Calascio ←leggi il post Percorrendo 5 chilometri per visitare un luogo magico a un'altitudine di 1.460 metri, Rocca Calascio, uno dei castelli più alti e meglio conservati d'Italia. Costruito in pietra calcarea locale, il castello si fonde con il paesaggio roccioso circostante. La sua struttura originale, risalente al XII secolo, comprende un mastio centrale, una cinta muraria e quattro torri. Storicamente, serviva come punto di avvistamento strategico per le valli circostanti e per i percorsi della transumanza. Dopo essere stata danneggiata da un terremoto nel 1703, la fortezza è stata restaurata a partire dagli anni '80. È diventata una meta turistica molto popolare e un noto set cinematografico, avendo ospitato le riprese di film come Ladyhawke   e Il nome della rosa. Adiacente il castello La Chiesa di Santa Maria della Pietà, piccolo tempio di forma ottagonale. Grotte di Stiffe Le Grotte di Stiffe , situate sopra il borgo di Stiffe (San Demetrio ne’ Vestini, AQ), sono una risorgenza attiva : il fiume sotterraneo Rio Gamberale riemerge formando cascate e laghetti dentro una cavità carsica. Il percorso fruibile, guidato e lungo circa 700 m (circa 1 ora) , presenta ambienti spettacolari come la Sala del Silenzio, la cascata principale, la Sala delle Concrezioni con lago nero e una seconda cascata di circa 25 m. La temperatura interna mantiene costante 10 °C tutto l’anno, con passerelle attrezzate e raccomandazione di scarpe antiscivolo. Lago di Sinizzo ←leggi il post Il Lago di Sinizzo è un piccolo lago di origine carsica situato nel comune di San Demetrio ne' Vestini, in provincia dell'Aquila. Caratterizzato da acque limpide e cristalline, di un colore che varia dal turchese allo smeraldo, è alimentato da sorgenti sotterranee. Circondato da una fitta vegetazione e attrezzato con aree pic-nic e sentieri, è una meta molto apprezzata per rilassarsi, fare un bagno durante l'estate e godersi una giornata immersi nella natura abruzzese. Campo Imperatore Campo Imperatore è un vasto altopiano carsico situato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo. Conosciuto anche come il "Piccolo Tibet" , si estende per oltre 18 chilometri, offrendo un paesaggio di straordinaria bellezza, con ampi spazi aperti, pascoli e cime maestose che lo circondano, tra cui il Corno Grande, la vetta più alta dell'Appennino. È una meta ideale per escursionisti, sciatori e amanti della natura, e vanta anche un importante Osservatorio Astronomico e lo storico Hotel Campo Imperatore , famoso per essere stato l'ultima prigione di Benito Mussolini. Concludendo Santo Stefano di Sessanio è un salto nel tempo, un borgo medievale perfettamente conservato e restaurato con cura, dove si respira autenticità. Le sue strade labirintiche, l’architettura fiorentina, le botteghe artigiane e la natura circostante offrono un’esperienza completa: cultura, storia, cammini panoramici e sapori genuini. Visitare questo luogo significa vivere un’esperienza immersiva e rigenerante, lontana dalla modernità, ma vicina all’anima di un Abruzzo autentico e senza tempo.

  • Pointe Saint-Mathieu (Francia)

    Pointe Saint-Mathieu: Un promontorio leggendario tra storia, rovine e fari. Oggi vi portiamo a visitare Pointe Saint-Mathieu , un piccolo promontorio situato nel comune di Plougonvelin nel Finistère,  nella regione Bretagna. Se dovessi evocare Pointe Saint-Mathieu in chiave misteriosa, potrei iniziare così: Sulla scogliera a picco sul mare, dove le onde si infrangono con fragore e il vento sussurra leggende antiche, sorge Pointe Saint-Mathieu. Un luogo magico che sembra uscito da una favola, dove storia e natura si intrecciano indissolubilmente. Proprio lì, a ridosso della scogliera, sorge un'antica abbazia millenaria di cui si ignora la data di fondazione. La sua presenza veglia silenziosa sul promontorio. Le sue mura esterne, ormai spoglie, raccontano storie di fede, battaglie e naufragi. Al suo fianco, la "torre del fuoco", un tempo utilizzata dai monaci come faro, è ora sostituita da un guardiano alto 56 metri che illumina la costa con la sua luce intermittente. Potrebbe sembrare l’incipit di un romanzo gotico o di una favola antica, eppure Pointe Saint-Mathieu si presenta davvero così: un luogo sospeso tra mito e realtà. 163 gradini al panorama Già il panorama circostante è considerato uno dei più belli della Bretagna. Ma per una vista che toglie il fiato, preparati ad affrontare i 163 gradini  che portano in cima al faro. La ricompensa, credeteci, vale ogni singola fatica. Dalla sommità del faro, si può ammirare il Musée Mémoires 39-45 , aggiungendo un ulteriore tocco di storia a questa straordinaria panoramica. Abbaye Saint-Mathieu de Fine-Terre L' Abbaye Saint-Mathieu de Fine-Terre  non è solo un complesso in rovina, ma un luogo intriso di storia e leggenda, un potente faro spirituale e marittimo che ha segnato la storia della Bretagna. La sua storia inizia nel VI secolo, quando, secondo la leggenda, fu edificata da San Tanguy  su un terreno ereditato. L'abbazia divenne un importante luogo di pellegrinaggio in Bretagna, dedicata a san Matteo apostolo ed evangelista, di cui, secondo la tradizione, custodiva il cranio . Nel corso dei secoli, l'abbazia si sviluppò, con la chiesa e gli edifici monastici che assunsero lo stile romanico e gotico a partire dall'XI secolo. Abitato da una comunità di monaci benedettini, il complesso svolgeva un ruolo cruciale di monitoraggio costiero, mantenendo un fuoco sempre acceso sulla cima della sua torre. Questa " Torre del Fuoco " divenne un punto di riferimento vitale per i naviganti, una funzione che fu poi ereditata dall'attuale faro, costruito nel 1836 . La sua fine drammatica arrivò con la Rivoluzione Francese . Nel 1790 , il complesso fu sottratto al clero, nonostante vi vivessero ancora quattro monaci. Nel 1796 , il monastero fu venduto e, nei decenni successivi, venne utilizzato come cava di pietre, una risorsa per le costruzioni locali. Oggi, nonostante sia stata una delle più importanti abbazie del tardo Medioevo, ne rimangono solo pochi, ma suggestivi, resti. I visitatori possono camminare tra le mura della chiesa annessa e nel cortile dei monaci, percependo il peso della storia e l'eco di un passato glorioso che il tempo e il mare non sono riusciti a cancellare del tutto. Il faro Il faro di Saint-Mathieu  non è solo un punto di riferimento marittimo, ma l'erede di una storia plurisecolare. La sua storia inizia secoli prima della sua costruzione, quando i monaci della vicina Abbaye Saint-Mathieu de Fine-Terre  mantenevano un fuoco per guidare le imbarcazioni. L'attuale faro, alto 56 metri , fu costruito tra il 1835  e il 1836  proprio a ridosso delle rovine dell'antica abbazia. Fu una delle prime sentinelle marittime a utilizzare la tecnologia moderna, con un sistema di lampade alimentate a olio di balena. Nel corso dei decenni è stato costantemente aggiornato, fino alla svolta decisiva nel 1932 , quando fu elettrificato. L'ultima grande tappa della sua storia operativa risale al 2006 , anno in cui venne completamente automatizzato, segnando la fine del ruolo dei suoi storici guardiani. Oggi il faro continua a svolgere la sua vitale funzione con un lampo ogni 15 secondi e la sua luce è visibile fino a 29 miglia marine  (circa 55 km ) di distanza, testimoniando un'eredità di luce che dura da quasi due secoli. Chapelle Notre-Dame des Grâces A pochi passi dal faro e dalle rovine dell'abbazia di Saint-Mathieu, si trova la Chapelle Notre-Dame des Grâces , un piccolo ma toccante santuario dedicato ai marinai. Costruita in granito nel 1861  in un sobrio stile neo-gotico, questa cappella non si distingue per la sua grandezza, ma per la profonda testimonianza di fede che custodisce al suo interno. La cappella è un luogo di pace e riflessione, un piccolo scrigno che narra le storie di chi ha vissuto e affrontato la furia dell'oceano, e unisce per sempre il cielo e il mare nel cuore della gente del posto. All'interno, si possono trovare affreschi e ex voto lasciati dai fedeli in segno di gratitudine per le grazie ricevute. Musée de l’Abbaye de Saint-Mathieu Il Musée de l’Abbaye de Saint-Mathieu  è un piccolo museo situato accanto alle rovine dell’abbazia a Pointe Saint-Mathieu. L’esposizione racconta la storia millenaria del sito, la vita dei monaci benedettini, il ruolo dell’abbazia come punto di riferimento per i naviganti e le leggende legate alla fondazione. Attraverso fotografie, modelli, oggetti storici e un breve filmato, il museo permette di scoprire i segreti dell’abbazia e il suo legame con il territorio bretone. In stagione vengono organizzate visite guidate e attività a tema per i visitatori Mémorial national des marins morts pour la France Il Mémorial national des marins morts pour la France , alla Pointe Saint-Mathieu, è un monumento dedicato ai marinai francesi caduti in mare. Comprende una grande statua commemorativa, un cenotafio con fotografie e nomi dei dispersi e un sentiero della memoria sul promontorio. Un luogo toccante, immerso in un paesaggio maestoso, che invita al raccoglimento. Nelle vicinaze Musée Mémoires 39-45   ←leggi il post A meno di un chilometro dalla Pointe Saint-Mathieu, ti aspetta uno dei bunker-musei più affascinanti tra Normandia e Bretagna: il Musée Mémoires 39‑45 . Allestito all'interno di un imponente blockhaus tedesco di comando su cinque piani, faceva parte della potente batteria Graf Spee , la più grande del Finistère. Ti invito a leggere il post completo: è un luogo ricco di memoria e suggestione, che merita davvero una visita. Assolutamente da non perdere Blockhaus de la Casquette Il Blockhaus de la Casquette è una struttura militare situata vicino all'Abbazia di Saint-Mathieu de Fine-Terre. Si tratta di un bunker costruito durante la Seconda Guerra Mondiale, utilizzato per la difesa costiera. La sua posizione strategica offre una vista panoramica sulla costa e sul mare, rendendolo un punto di interesse storico e turistico nella regione. Leggende L’Abbazia di Saint-Mathieu de Fine-Terre è avvolta da numerose leggende che ne arricchiscono la storia e il fascino. La fondazione da parte di San Tanguy Secondo la tradizione più antica, l’abbazia fu fondata nel VI secolo dal monaco bretone San Tanguy . Si narra che egli scelse questo luogo isolato, ereditato dal padre, per condurre una vita di preghiera e meditazione, dando così origine al primo insediamento monastico sulla punta rocciosa di Fine-Terre. La leggenda delle reliquie di San Matteo Un’altra leggenda molto suggestiva racconta che l’abbazia fu fondata nel IX secolo da un gruppo di mercanti provenienti dalla provincia del Léon. Questi, di ritorno dall’Egitto dove erano andati a recuperare le reliquie di San Matteo apostolo , si trovarono in balia di una tempesta proprio davanti alla punta di Saint-Mathieu. Quando la loro nave stava per schiantarsi contro uno scoglio, la roccia si sarebbe miracolosamente aperta, permettendo il passaggio e salvando l’equipaggio. In segno di riconoscenza, i mercanti decisero di fondare un’abbazia dedicata a San Matteo e di custodirvi le sue reliquie, tra cui il cranio del santo, che per secoli fu oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi. Queste storie, tramandate nei secoli, hanno contribuito a rendere l’abbazia non solo un luogo di fede e di storia, ma anche un simbolo del mistero e della spiritualità della Bretagna. Concludendo Pointe Saint-Mathieu è un luogo magico che non mancherà di stupire e affascinare chiunque lo visiti. Un luogo dove la storia millenaria dell'Abbaye Saint-Mathieu de Fine-Terre si intreccia con la bellezza selvaggia della costa bretone, creando un'atmosfera unica e suggestiva. Salire sulla cima del faro  e ammirare la vista mozzafiato è un'esperienza indimenticabile. Perdersi tra le rovine dell'abbazia e immaginare la vita dei monaci che un tempo abitavano qui è un viaggio nel tempo affascinante. Lasciarsi incantare dalle leggende che avvolgono questo luogo significa entrare in contatto con la cultura e le tradizioni della Bretagna. Informazioni orari e prezzi visibili QUI . Clicca sull'immagine

  • Berck-sur-Mer

    Alla scoperta di Berck-sur-Mer, dove le foche sono di casa Oggi vi portiamo a visitare Berck-sur-Mer , una perla costiera nell'Alta Francia, nel dipartimento del Pas-de-Calais. Spinti dalla curiosità di vedere le foche in libertà, siamo giunti in questo luogo che, secondo le nostre informazioni, è l'ideale per avvistarle. Eravamo ansiosi di assistere a questo spettacolo naturale unico. Le foche di Berck-sur-Mer sono un'attrazione incredibile. La loro presenza è particolarmente evidente durante la bassa marea , quando emergono dalle acque e si riversano sulla vasta distesa di sabbia. Abbiamo camminato lungo la spiaggia, mantenendo una rispettosa distanza, e abbiamo avuto il privilegio di osservarle mentre si riposavano, si crogiolavano al sole e interagivano tra loro. È stato un momento di pura magia. Un Tuffo nel Passato: La Storia di Berck Berck non è nota solo per la presenza delle foche; la città ha una storia ricca e affascinante che affonda le radici nel passato. Nasce come villaggio di pescatori già all’inizio del XIV secolo: nel 1301 contava circa 800 abitanti, con case disposte al margine di un fiume ormai interrato e un’antica torre-lighthouse trasformata poi nella chiesa di Saint-Jean-Baptisteen . La città ha vissuto momenti difficili, come le incursioni inglesi nel XV e XVI secolo, ma ha sempre saputo rinascere. Nel XIX secolo, grazie al suo clima mite e all'aria salubre, divenne una rinomata località balneare e un centro per la cura delle malattie respiratorie attirando nobili e borghesi in cerca di cure e relax. Furono costruiti sanatori e celebri ospedali, la città acquisì una reputazione come destinazione terapeutica. Questo passato glorioso si riflette ancora oggi nell'architettura delle sue ville e nei viali alberati che costeggiano la costa. I Pittori Illustri e la Scuola di Berck Berck ha ispirato più di cento pittori, tra cui grandi nomi come Édouard Manet , Eugène Boudin , Francis Tattegrain , Charles Roussel , Jan Lavezzari , Marius Chambon e Eugène Trigoulet . Questi artisti, affascinati dalla luce e dalla vita dei pescatori, hanno dato vita alla cosiddetta École de Berck, una vera e propria colonia artistica dedicata alla pittura en plein air e ai paesaggi marini. Le loro opere raccontano la quotidianità dei pescatori, le barche sulla spiaggia e le tempeste dell’Atlantico, offrendo uno sguardo autentico sulla vita locale di fine Ottocento. Questi artisti hanno contribuito a far conoscere la bellezza di Berck al mondo, lasciando un'eredità artistica che ancora oggi si può apprezzare nelle gallerie e nei musei della regione. Il Mondo dei Pescatori Nel corso dei secoli, il borgo cambiò nome da “Berc” a “Berg”, “Berque” e “Berk”, mantenendo però la vocazione marinara  con una flotta che arrivò a contare fino a 150 barche fino agli anni ’50, quando le flobards  – tipiche barche a fondo piatto – approdavano direttamente sulla spiaggia e il pescato veniva trasportato alle città attraverso le “ chasse-marée ” . I pescatori partivano all’alba e rientravano al tramonto, portando il pescato alle grandi città su carri trainati da cavalli. Ancora oggi, passeggiando tra le vie del centro, si respira l’atmosfera di un tempo: case basse, cappelle votive e croci di legno testimoniano la fede e la fatica di generazioni di marinai, e, se siete mattinieri, assistere al via vai del mercato del pesce, dove i pescatori locali  offrono il loro pescato fresco del giorno. È un'occasione per assaporare l'autenticità di questo luogo e gustare deliziosi frutti di mare. Lo Stupore della Marea: Un Fenomeno Incredibile! Ma il vero spettacolo che Berck vi offre è l'incredibile differenza tra alta e bassa marea. Vi assicuriamo che rimarrete a bocca aperta! Al calare della marea, il mare si ritira per chilometri, rivelando un'immensa distesa di sabbia umida, piscine naturali e banchi di sabbia. È come se il paesaggio si trasformasse completamente davanti ai vostri occhi. Questo fenomeno crea non solo scenari mozzafiato, ma anche l'ambiente ideale per l'osservazione delle foche! Incontro Ravvicinato: Le Foche di Berck! Sì, avete capito bene! Le foche sono una delle attrazioni più affascinanti di Berck. Durante la bassa marea, quando le distese di sabbia emergono, è possibile avvistare intere colonie di foche grigie e comuni che riposano al sole o giocano nelle pozze d'acqua. Visibili a occhio nudo, potrete ammirare questi magnifici mammiferi marini nel loro habitat naturale. Noi ne abbiamo contate 72. È un'esperienza davvero emozionante e indimenticabile, soprattutto per i bambini! Ricordate sempre di mantenere una distanza di sicurezza per non disturbarle. Cosa Vedere e Fare a Berck-sur-Mer Berck offre molto più di semplici spiagge! Notre-Dame-des-Sables Catholic Church at Berck-Plage of Berck La Chiesa di Notre-Dame-des-Sables  a Berck-Plage, inaugurata nel 1887, è un edificio religioso di spicco, noto per la sua rara carpenteria in legno di pitchpin scolpito . L'interno è arricchito da affreschi murali  che illustrano la vita di Cristo e i sacramenti, e da vetrate  artistiche. Dotata di un organo restaurato, la chiesa è classificata come Monumento Storico  in Francia ed è aperta al pubblico. Musée de France d’Opale Sud : ricavato nell’ex gendarmeria, ospita una splendida collezione di opere naturaliste e impressioniste a tema marino. I Blockhaus di Berck:  sono i resti di bunker e fortificazioni tedesche della Seconda Guerra Mondiale , facenti parte del Vallo Atlantico . Si trovano sulla spiaggia e nelle dune tra Berck e Merlimont, e sono un "cimitero di bunker"  erosi dal mare e dal vento. Molti di essi sono ora coperti da graffiti, trasformandoli in un insolito museo a cielo aperto e un suggestivo promemoria della storia. Faro "Chaussette"  è un faro secondario di allineamento , cruciale per la sicurezza della navigazione. Il suo soprannome (" calzino ") deriva dalla sua forma cilindrica e dal colore chiaro. Passeggiate sulla spiaggia immensa:  La sua spiaggia di sabbia fine è una delle più vaste d'Europa, perfetta per lunghe camminate rigeneranti. Kitesurf e Sand Yachting:  Per gli amanti degli sport da vento, le ampie distese di sabbia durante la bassa marea e il vento costante la rendono un paradiso per il kitesurf e il sand yachting. Parc Bagatelle: Vicino a Berck-sur-Mer il Parc Bagatelle, è il più antico parco divertimenti francese ancora attivo (dal 1955) . Offre oltre 40 attrazioni e spettacoli  su 26 ettari, adatti a tutte le età, con un'atmosfera familiare e ampi spazi verdi. Le Serre della Baia d'Authie:  A pochi passi, un'area naturale protetta dove passeggiare e osservare la flora e la fauna locale. Eventi Berck-sur-Mer, proprio come Cervia (RA) , è rinomata per il suo Festival Internazionale degli Aquiloni , un evento annuale e spettacolare che colora i cieli ogni primavera. Concludendo Berck-sur-Mer è una destinazione che offre un mix unico di natura, storia e cultura. Le foche in libertà sono indubbiamente la sua attrazione principale, ma la città riserva molte altre sorprese, dalla sua ricca storia all'influenza che ha avuto sugli artisti, fino allo spettacolo mozzafiato delle maree. Se cercate un luogo dove rigenerarvi, scoprire la bellezza della costa francese e vivere un'esperienza autentica a contatto con la natura, Berck-sur-Mer è la destinazione che fa per voi. È un luogo dove la natura è di casa e dove ogni visita riserva una nuova scoperta.

  • Calcata (VT)

    Oggi vi portiamo a visitare Calcata, affascinante borgo medievale situato in provincia di Viterbo nella regione del Lazio. La sua storia affonda le radici nell'antichità, e la sua posizione geografica e la struttura architettonica sono testimonianza di un passato ricco e affascinante. Calcata è anche stata una destinazione per artisti e hippie negli anni '60 ed è famosa per il suo ambiente bohémien e creativo. Storia di Calcata La storia di Calcata è davvero unica e affascinante, invitandovi a scoprire questo luogo pittoresco rigorosamente a piedi, poiché le auto non sono ammesse. Nel 1935, questa antica città situata su una rupe tufacea fu considerata pericolosa, costringendo i suoi abitanti a lasciarla e trasferirsi nella nuova Calcata, posizionata nella valle sottostante. Così, la vecchia Calcata fu abbandonata e rimase silenziosa per circa tre decenni. Fu solo negli anni '60, dopo una nuova valutazione, che la città fu ritenuta nuovamente abitabile. In quel periodo, un gruppo di hippies e artisti rimase affascinato da questo luogo sospeso nel tempo, lontano dal caos della città, e decise di stabilirsi qui. Questo gruppo coraggioso e creativo diede una seconda vita al borgo abbandonato, trasformandolo in un rifugio per artisti e sognatori. La loro presenza contribuì a ridare vita a Calcata, trasformandola in un luogo unico, pieno di creatività e fascino, dove la storia si fonde con l'arte e la natura. Oggi, Calcata è diventata una comunità artistica e un luogo di ritrovo per artisti, scrittori e amanti della cultura alternativa. Cosa vedere a Calcata Nonostante le sue dimensioni relativamente piccole, Calcata offre molte attrazioni interessanti da visitare: Il Borgo Antico Il cuore di Calcata è il suo borgo antico, un dedalo di stradine strette e tortuose, case in pietra, e archi medievali. Questo borgo offre un'atmosfera medievale autentica con le sue stradine strette e tortuose, le case in pietra ben conservate, gli archi medievali e le piazzette accoglienti. Le viuzze sono fiancheggiate da negozi di artisti, caffetterie e ristoranti che aggiungono un tocco di vitalità al luogo. Il borgo antico di Calcata è un luogo ideale per una passeggiata tranquilla e per immergersi nella storia e nell'arte che caratterizzano questa affascinante località. Il Palazzo Baronale Anguillara È un'imponente residenza storica situata nel cuore del borgo antico. Questo palazzo è noto per la sua architettura medievale e rinascimentale ed è stato la dimora della famiglia Anguillara, una famiglia nobile dell'epoca. L'edificio presenta dettagli architettonici affascinanti, tra cui eleganti finestre, portali decorati e murature in pietra ben conservate. Oltre alla sua bellezza architettonica, il Palazzo Baronale Anguillara è stato anche utilizzato come sede per eventi culturali e mostre d'arte, contribuendo così a preservare e condividere la ricca storia di Calcata con il pubblico. Chiesa di San Michele Arcangelo Nella piccola Piazza di Calcata, oltre al Castello, c'è la Chiesa del SS. Nome di Gesù, un edificio del XIV secolo ristrutturato nel 1793 su commissione dei Sinibaldi. L'interno della chiesa, con una navata unica e soffitto a capriate lignee, ospita importanti opere tra cui un fonte battesimale, un'acquasantiera del XVI secolo, un tabernacolo a muro e un ciclo pittorico raffigurante le Storie del Cristo. Secondo un'antica leggenda, nella chiesa di Calcata è custodito il Santo prepuzio di Gesù Cristo, scomparso in circostanze misteriose. Il Granarone L'edificio ha una storia ricca, risalente al 1632 quando veniva utilizzato come banca del grano chiamata " monte del grano " e successivamente come " Monte frumentario " per aiutare gli indigenti nel 1736. Nel 1765 ha assunto la denominazione " Granarone " ed è stato utilizzato come granaio di Calcata fino agli anni '50, quando è stato adibito a magazzino del Consorzio Agrario. Dopo essere stato abbandonato per oltre 40 anni, è stato salvato grazie all'intervento dell'artista olandese Marijcke Van Der Maden, acquistandone la proprietà dando inizio alle opere di restauro conservativo. Oggi, l'immobile è la sede dell'Associazione Culturale fondata da Marijcke e rappresenta un punto di raccolta per le arti mantenendo viva la sua storia e la sua importanza culturale. Sala dei 201 tè È un posto dove gli amanti del tè possono immergersi nell'arte e nella cultura di questa bevanda. All'interno della sala, gli ospiti possono degustare una vasta gamma di tè pregiati e imparare sulla storia e le tradizioni legate al tè provenienti da diverse culture. È un luogo ideale per gli appassionati di tè e per coloro che desiderano sperimentare nuovi sapori e profumi. La Sala dei 201 tè offre un'esperienza unica nel cuore del pittoresco borgo di Calcata. Le Grotta Sonora La "Grotta Sonora è un'installazione artistica situata in una grotta naturale del borgo. All'interno, sono collocati strumenti musicali e oggetti sonori che creano una straordinaria esperienza audiovisiva interattiva per i visitatori, unendo l'arte, la musica e la bellezza delle grotte sotterranee. Eventi culturali e artistici Calcata è famosa per i suoi eventi culturali, tra cui mostre d'arte, concerti e spettacoli teatrali. Consulta il calendario degli eventi locali per vedere se c'è qualcosa di interessante in programma durante la tua visita. Nelle vicinanze Le Cascate di Monte Gelato Queste cascate sono incastonate in una gola naturale creata dal fiume Treja, e sono circondate da una fitta vegetazione, creando un ambiente naturale e selvaggio. L'acqua scorre su rocce stratificate, creando piscine naturali che sono popolari tra i visitatori per il nuoto e il rilassamento durante la stagione estiva. Opera Bosco – Museo di Arte nella Natura Calcata è una località che ha una forte connessione con la natura oltre all'arte. Nel cuore della valle del Treja, si trova il Museo di Arte nella Natura Opera Bosco, un ambiente all'aperto dove gli artisti creano installazioni utilizzando materiali provenienti dalla foresta circostante. Questo museo rappresenta una fusione unica tra arte e ambiente naturale. Ogni anno, nel mese di settembre, Calcata ospita l'Eco Festival, un evento che comprende spettacoli, musica e corsi green finanziati dalla Regione Lazio. Treja Adventure Il parco avventura è un luogo ideale per coloro che desiderano sperimentare l'adrenalina delle attività all'aperto in un ambiente sicuro e ben gestito. Con una vasta gamma di percorsi adatti a tutti i livelli e un personale attento e competente, è un posto dove le persone possono divertirsi, sfidarsi e superare i propri limiti in un contesto stimolante e appagante. In sintesi Calcata è anche un ottimo punto di partenza per escursioni con diversi percorsi naturalistici attraversano il Parco regionale Valle del Treja da percorrere a piedi o a cavallo con splendide viste panoramiche su tutta la valle. Inoltre, i ristoranti e le caffetterie del paese offrono piatti tradizionali italiani e cucina locale, offrendoti l'opportunità di gustare deliziosi piatti mentre immergi te stesso nella storia e nella cultura di questo affascinante borgo.

  • Il Parco dei Mostri Bomarzo (VT)

    Oggi vi portiamo a visitare uno dei parchi più strani o quantomeno uno dei più curiosi, stiamo parlando del Parco dei Mostri , denominato anche Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo. Ci troviamo a Bomarzo un piccolo borgo medioevale in provincia di Viterbo nella regione Lazio. Le particolarità di questo parco naturale sono legate non solo alle numerose sculture in basalto risalenti al lontano XVI secolo ritraenti animali mitologici, divinità, mostri e i testi contenuti con i loro significati, ma anche il motivo della realizzazione. Ideato dall'architetto ed antiquario Pirro Ligorio, su commissione del Principe Pier Francesco Orsini, con grande abilità visionaria fece creare un luogo che potremmo assolutamente descrivere come grottesco. Orsini lo chiamava semplicemente " boschetto " e lo dedicò alla moglie, Giulia Farnese. Nel corso degli anni sono stati tanti gli studiosi e gli appassionati che hanno cercato di svelare i misteri celati di questo complesso artistico, purtroppo senza grandi risultati, apparentemente non facili da interpretare, le figure, gli spazi e le iscrizioni del Parco dei Mostri non corrisponderebbero a una sola logica, bensì un sistema complesso d'interpretazioni, come la frase incisa su di un pilastro: Sol per sfogare il core, da molti attribuita alla scomparsa della moglie Giulia Farnese nel 1552. Nel fitto bosco si possono incontrare mostri di ogni genere, statue mitologiche ed enigmatiche, architetture impossibili come la casa storta, un tempietto funebre con tanto di cupola e simboli alchemici, insomma davvero difficile decifrare quello che il Principe Orsini volesse trasmettere. Secondo alcuni, sono le tappe di un itinerario di matrice alchemica. Storici e filologi hanno fatto parecchi tentativi per spiegare il labirinto di simboli, trovando collegamenti ad antichi temi e motivi della letteratura rinascimentale, attualmente sono rimasti troppi i però, talmente tanti misteri che uno schema interpretativo strettamente personale del Principe Orsini, potrebbe non essere nemmeno trovato. Probabilmente l'intenzione dello stesso Orsini, era quello di rendere ambiguo il significato della sua opera, come si può dedurre dall’iscrizione sulla base della sfinge posta all’ingresso del Boschetto: Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte. Sono molte le frasi dal significato interpretabile: Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi . I lavori per la realizzazione del parco iniziarono nel 1550 e terminarono intorno al 1580. Dopo la morte del Principe Orsini, il 28 gennaio 1585, secondo la sua volontà, fu sepolto nella chiesa parrocchiale. Il parco rimase abbandonato per un lungo periodo, la mancanza di manutenzione fece si che la vegetazione del bosco prese il sopravvento. Negli anni bui il parco venne utilizzato da pastori per far pascolare gli animali. Molteplici furono i passaggi di proprietà, ma solo nel 1954, quando la coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini acquistarono i terreni, e a proprie spese iniziarono i lavori di restauro che comprendevano: la recinzione dell'area, il recupero delle sculture coperte dalla vegetazione, alcune vennero addirittura dissotterrate, ripulite e assemblate, si passò all'abbattimento di alberi e al recupero dei sentieri per renderlo il più identico possibile al disegno originale. È solo grazie a loro se oggi possiamo visitare un luogo davvero particolare. Gli stessi sono sepolti nel tempietto interno al parco, dove forse è anche il sepolcro di Giulia Farnese. Nei dintorni: Castello Orsini Vicino al bellissimo parco dei mostri a Soriano nel Cimino, nella parte più alta del paese sorge il castello Orsini, costruito a partire dal XIII secolo, nel tempo è stato ampliato e modificato arrivando ai giorni nostri in buone condizioni di conservazione. Affreschi e stanze ben tenute ma prive di arredamento d'epoca. La presenza di poltrone moderne in alcune sale del castello dimostrano l'utilizzo dedicato ad eventi. Dalle mura si ammira uno splendido panorama sul borgo stesso e sulle colline circostanti. Parcheggio: Gps map . Piramide Etrusca di Bomarzo Un luogo magico immerso nella natura, lungo il percorso non molto segnalato si possono vedere le cascate di Fosso Castello attraverso la valle dei Mulini, la terrazza panoramica fino al raggiungimento del complesso di Santa Cecilia e la Piramide Etrusca. Unica nel suo genere, con un ricco mistero ancora tutto da decifrare. La presenza di Croci originali dei Templari sono incise sia sui massi che al lato della piramide. Dopo il Parco dei Mostri anche questo luogo merita uno studio approfondito, chissà mai che non riservi qualche storica sorpresa. Un luogo sacro da rispettare e salvaguardare con la massima cura e attenzione. Parcheggio presso il campetto di calcio: Gps map , più comodo come parcheggio, scomodo in quanto si trova a meta del sentiero con attrazioni da entrambi le parti. In alternativa è possibile parcheggiare lungo S.P 151 Ortana: Gps map dove inizia il sentiero. Vitorchiano: Borgo medioevale davvero stupendo ai piedi dei Monti Cimini. L'antico borgo, noto per le attività legate all'estrazione e lavorazione del peperino, roccia magmatica tipica della zona. A Vitorchiano è presente l’unica statua Moai al di fuori dell’isola di Pasqua, scolpita a mano dai discendenti nativi dell'isola, posizionata ai margini del paese, una scultura così importatane meriterebbe un luogo più consono. Area sosta camper di Vitorchiano: Gps map . Faggeta del Monte Cimino: Consiglio una passeggiata nella parte più alta del Monte Cimino dove sorge la faggeta con relativo parcheggio: Gps map . Sentieri molto ben segnalati, adatto anche alle famiglie con bimbi, possibilità di fare picnic, in alternativa una piccola baita dove potersi rifocillare. Orte sotterranea : Una vera e propria città sotterranea, al suo interno è possibile trovare: magazzini, depositi, cantine, stalle, le colombaie, alcuni vani adibiti ad abitazione e laboratori artigianali, il cunicolo principale è stato concepito a partire dal VI-V secolo a.C., come mezzo di recupero dell'acqua piovana. Un luogo assolutamente da visitare. La bellezza del posto viene esaltata dalla professionalità della guida nel raccontare con passione la storia del sito, rendendo la visita ancora più suggestiva. Solo parcheggio: Gps map . La visita al parco dei Mostri è consigliatissima, i prezzi per visitarlo non sono proprio a buon mercato, considerando che arte e cultura dovrebbero essere accessibili a tutti a prezzi modici. Informazioni e prezzi: www.sacrobosco.eu Parcheggio camper: Gps map , in alternativa è consentito parcheggiare all'interno del parco, durante gli orari di apertura. Gps map

  • Lago di Sinizzo (AQ)

    Oggi vi portiamo a visitare il Lago di Sinizzo situato all'interno del territorio del comune di San Demetrio ne' Vestini in provincia dell'Aquila nella regione Abruzzo. Dopo aver pagato l'ingresso di 10 euro per i camper con pernottamento e 5 euro per le auto, si accede al lago di piccole dimensioni incastonato nel verde aquilano. Con un diametro di circa 120 metri e una profondità massima di 10 metri, questo luogo si inserisce in un contesto paesaggistico davvero caratteristico, ideale per trascorrere una giornata in completo relax. Cosa fara a lago Il lago è dotato di un comodo parco giochi, perfetto per far divertire i bambini. È possibile anche immergersi nelle sue acque, ed è proprio qui che inizia il vero divertimento: una zattera di legno offre un'occasione unica per giocare e rilassarsi, mentre i più temerari possono tuffarsi direttamente dagli alberi circostanti — un'esperienza che, naturalmente, non ci siamo lasciati sfuggire. Va segnalata la presenza di alghe, che potrebbero scoraggiare qualcuno dall’entrare in acqua. Il pagamento dell’ingresso contribuisce alla manutenzione e alla cura del lago, che si presenta molto pulito e ben attrezzato. A pagamento sono disponibili tavoli e barbecue, ideali per rendere la giornata ancora più piacevole: è consigliabile prenotarli in anticipo per evitare di trovarli occupati. Durante l'estate, soprattutto nei fine settimana, il lago è una meta molto frequentata dai residenti, mentre nei mesi di luglio e agosto si registra anche un notevole afflusso di turisti itineranti. Intorno al lago si trovano comode panchine all’ombra, perfette per una sosta o per gustare un picnic. All’interno del parco ci sono anche alcuni chioschetti dove è possibile acquistare panini, arrosticini, birre e gelati. Alla sera, quando il parcheggio si svuota, l’atmosfera diventa davvero suggestiva. Unico aspetto negativo del luogo è la polvere, problema che si presenta nei parcheggi adiacenti lo sterrato d'accesso, al passaggio delle auto o camper questa viene sollevata. Quando ci siamo stati noi, era attiva una promozione che prevedeva uno sconto sul prezzo del parcheggio per chi avesse visitato in precedenza le Grotte di Stiffe. Non solo lago : Da qui partono anche piacevoli sentieri di trekking per raggiungere facilmente la sorgente del fiume Acquatina e proseguire lungo altri percorsi semplici, perfetti per una camminata nella natura. Una bella esperienza! Nelle vicinanze Santo Stefano di Sessanio A poca distanza dal lago di Sinizzo si trova un affascinante borgo medievale: Santo Stefano di Sessanio. Interamente costruito in pietra bianca, questo gioiello incastonato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga è celebre per aver conservato intatto il suo fascino senza tempo. Il modo migliore per visitarlo non è seguire un itinerario preciso, ma lasciarsi guidare dalla curiosità e perdersi tra i suoi suggestivi vicoli. Le Grotte di Stiffe Situate sopra il borgo di Stiffe (San Demetrio ne’ Vestini, AQ), sono una risorgenza attiva : il fiume sotterraneo Rio Gamberale riemerge formando cascate e laghetti dentro una cavità carsica. Il percorso fruibile, guidato e lungo circa 700 m (circa 1 ora) , presenta ambienti spettacolari come la Sala del Silenzio, la cascata principale, la Sala delle Concrezioni con lago nero e una seconda cascata di circa 25 m. La temperatura interna mantiene costante 10 °C tutto l’anno, con passerelle attrezzate e raccomandazione di scarpe antiscivolo. Castello di Rocca Calascio   ←leggi il post Percorrendo 5 chilometri per visitare un luogo magico a un'altitudine di 1.460 metri, Rocca Calascio, uno dei castelli più alti e meglio conservati d'Italia. Costruito in pietra calcarea locale, il castello si fonde con il paesaggio roccioso circostante. La sua struttura originale, risalente al XII secolo, comprende un mastio centrale, una cinta muraria e quattro torri. Storicamente, serviva come punto di avvistamento strategico per le valli circostanti e per i percorsi della transumanza. Dopo essere stata danneggiata da un terremoto nel 1703, la fortezza è stata restaurata a partire dagli anni '80. È diventata una meta turistica molto popolare e un noto set cinematografico, avendo ospitato le riprese di film come Ladyhawke   e Il nome della rosa. Adiacente il castello La Chiesa di Santa Maria della Pietà, piccolo tempio di forma ottagonale. Campo Imperatore Campo Imperatore è un vasto altopiano carsico situato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo. Conosciuto anche come il "Piccolo Tibet" , si estende per oltre 18 chilometri, offrendo un paesaggio di straordinaria bellezza, con ampi spazi aperti, pascoli e cime maestose che lo circondano, tra cui il Corno Grande, la vetta più alta dell'Appennino. È una meta ideale per escursionisti, sciatori e amanti della natura, e vanta anche un importante Osservatorio Astronomico e lo storico Hotel Campo Imperatore , famoso per essere stato l'ultima prigione di Benito Mussolini. Castel Camponeschi Castel Camponeschi è un borgo-castello medievale risalente al XIII secolo, situato su una collina sopra Prata d’Ansidonia, nell’Abruzzo interno. Circondato da una cinta muraria rettangolare con torri e due porte d’ingresso perfettamente conservate, spesso paragonate al modello toscano di Monteriggioni, comprende al suo interno case, palazzi nobiliari e una chiesetta dedicata a San Pietro. Il borgo fu abitato fino al 1963 quando l'ultima famiglia si trasferì a Prata. Recentemente è stato interessato da restauri – interrotti dal sisma del 2009 e ripresi nel 2023 grazie a fondi PNRR – con l’obiettivo di trasformarlo in un attrattore per turismo sostenibile ed esperienziale. Oggi rappresenta un affascinante esempio di ambiente fortificato, unico in Abruzzo, perfetto per chi cerca panorami, storia e atmosfere autentiche. Informazioni: www.visitsandemetrio.it/ Lago Sinizzo: Gps map Grotte Stiffe: Gps map Castel Camponeschi: Gps map

  • Musée Mémoires 39–45 Plougonvelin (Francia)

    Oggi vi portiamo a vedere uno dei musei più belli sulla Seconda Guerra Mondiale che abbiamo visitato. Il Musée Mémoires 39–45 , ricavato dall’enorme blockhaus di comando della batteria tedesca Graf Spee a Plougonvelin, è un luogo straordinario che ci ha trasportato nel cuore stesso del Vallo Atlantico. La sua struttura imponente, interrata e in gran parte nascosta alla vista, a più di ottant’anni dalla guerra continua a emanare un senso di forza, invulnerabilità e controllo. Il cemento spesso, i corridoi stretti e le pareti fredde non raccontano solo una funzione militare, ma evocano ancora oggi tutta la potenza e l’ansia di un’epoca sul filo del conflitto. La trasformazione L’idea di trasformare il massiccio blockhaus tedesco in un museo è nata dalla passione e dalla dedizione di due fratelli , Aurélien e Clément Coquil . Fin da ragazzi, hanno iniziato a collezionare reperti originali, documenti, foto e momenti di vita basata sulle testimonianze di chi ha vissuto questa terribile esperienza in prima persona di ambo le fazioni legati alla Seconda Guerra Mondiale. In poco più di 20 anni, la loro raccolta è cresciuta fino a diventare un vero e proprio patrimonio storico, fatto di centinaia di oggetti e racconti personali. Nel 2015, il comune di Plougonvelin   ha approvato il loro progetto: i fratelli hanno ottenuto un bail emphytéotique  di 25 anni per iniziare i lavori di conversione, compresi l’isolamento del bunker e l’allestimento delle scene immersive. Dopo circa un anno e mezzo di ristrutturazioni, il museo ha aperto ufficialmente le porte il 27 maggio 2017 , nella ricorrenza della Giornata nazionale della Resistenza. ll Museo Il Blockhaus di Plougonvelin, trasformato in "Musée Mémoires 39-45", non è un semplice bunker, ma un imponente posto di comando della batteria Graf Spee , uno degli elementi chiave del Vallo Atlantico nel Finistère. La sua particolarità è che la parte visibile rappresenta solo circa il 10% della sua superficie totale, essendo la maggior parte della struttura interrata. Il museo si sviluppa su 5 livelli e offre un'esperienza immersiva nella vita quotidiana dei soldati tedeschi e nella resistenza civile durante l'occupazione. Costruzione La batteria fu realizzata tra luglio 1940 e agosto 1944  dalla Organisation Todt , occupando 22 ettari  tra Plougonvelin e Le Conquet. Prende nome dall’ammiraglio tedesco Max von Spee , caduto nel 1914, ed era concepita per difendere l’accesso alla rada di Brest, base cruciale per la Kriegsmarine . Il cuore strategico era il blocco di comando: un bunker su 5 piani , di cui uno di caserma (tipo M151 ) per 25 uomini, e quattro superiori (tipo S414 ) dedicati alla direzione del tiro, trasmissione, calcolo coordinate e osservazione con strumenti (télémètre, goniomètre, correttore di parallasse). Cosa c'è da vedere Gli spazi del bunker La visita si snoda attraverso i corridoi e le stanze originali del bunker. Si possono vedere le camerate dei soldati, ricreate in modo fedele con letti a castello, oggetti personali e fotografie appese alle pareti, che offrono uno sguardo intimo sulla vita dei militari. Oggetti e documenti d'epoca Il museo espone migliaia di oggetti, documenti, fotografie e uniformi che raccontano la storia della Seconda Guerra Mondiale in Bretagna. Si passa da reperti militari a oggetti di vita quotidiana, con un focus sulle storie umane e le vicende dei civili e dei combattenti della resistenza. Scene di vita quotidiana Sono state allestite delle ricostruzioni realistiche di scene di vita nel bunker, come soldati tedeschi che giocano a carte o mangiano, offrendo un'immagine più umana e complessa dell'occupazione. Testimonianze e aneddoti L'esposizione è ricca di pannelli esplicativi e testimonianze di persone che hanno vissuto la guerra in prima persona, sia dal lato tedesco che da quello civile e della Resistenza. Un esempio è la storia di un prigioniero di guerra che riuscì a sopravvivere coltivando semi di pomodoro inviatigli dalla moglie. La Passeggiata sul sito Dopo la visita all'interno, è possibile fare una passeggiata all'esterno per scoprire gli altri bunker della batteria Graf Spee e il sistema difensivo complessivo. Dalla terrazza del blockhaus, si gode di una vista mozzafiato sul mare d'Iroise, che permette di comprendere la posizione strategica di questa fortezza. Armamenti del Blockhaus Il Blockhaus stesso era un posto di comando di tiro , e non ospitava direttamente i grandi cannoni. Era il cervello operativo della batteria Graf Spee. Batteria Graf Spee Estesa su una superficie di 22 ettari  e situata a circa 1,5 km dalla costa , la batteria tedesca disponeva di quattro potenti cannoni SKL/40 da 28 cm , posizionati all’interno di robuste casematte in cemento armato . Con una gittata compresa tra 21 e 28 km , questi cannoni erano destinati a difendere il porto strategico di Brest  da attacchi via mare. A protezione dalle minacce aeree, il sito era dotato di 13 cannoni antiaerei , mentre per la difesa ravvicinata contava su una rete di circa una dozzina di postazioni con mitragliatrici , 3 lanciagranate  e un cannone anticarro . Un vero sistema fortificato, pensato per resistere su più fronti. Apparecchi di rilevamento Plougonvelin ospitava un avanzato sistema radar doppio – Seetakt FuMO 2 “Calais 7”  e Würzburg See Riese FuMO 214  – efficientemente integrato con le batterie di artiglieria. Mentre il primo tracciava obiettivi di superficie a lunga distanza, il secondo perfezionava la qualità del tiro con alta precisione. I bunker tecnici associati garantivano continuità operativa anche sotto bombardamento. Un sistema tecnologico complesso e ben pianificato, che rendeva Plougonvelin un presidio di difesa marittima tra i più sofisticati del Vallo Atlantico in Bretagna. La Stanza della Simulazione Una delle esperienze più toccanti e significative del museo è la simulazione di un bombardamento aereo. Sensazioni che si possono provare L'obiettivo di questa sala è far rivivere al visitatore, attraverso suoni, luci e forse vibrazioni, il panico e l'angoscia dei civili e dei soldati durante un attacco. Si può percepire la claustrofobia, il frastuono assordante delle esplosioni e il senso di impotenza. L'esperienza è emozionante, capace di far vivere un momento dell'epoca. Si entra in un rifugio antiaereo e si vivono, per qualche istante, gli istanti terribili di un bombardamento. Nelle vicinanze Pointe Saint-Mathieu A breve distanza dal museo, è un luogo dal paesaggio che poco ha da invidiare, ricco di storia e di leggende che lo circondano. Assolutamente da visitare per il suo imponente faro , le affascinanti rovine di un'antica abbazia  e un monumento nazionale  dedicato ai marinai caduti, un luogo dove la natura e la storia si fondono in un panorama indimenticabile. Concludendo Visitare il Musée Mémoires 39–45 non è una semplice lezione di storia, ma un'esperienza profondamente immersiva   ed emotiva. Attraverso i corridoi e le stanze originali del massiccio Blockhaus , si ha l'opportunità unica di toccare con mano un capitolo cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Il museo eccelle nel fondere la storia militare con le storie umane, mostrando non solo gli armamenti e le strategie, ma anche le vite quotidiane dei soldati e le vicende toccanti dei civili. La simulazione di un bombardamento  è l'apice di questo percorso, offrendo un'esperienza sensoriale che rende il terrore e la claustrofobia di quei momenti incredibilmente tangibili . In un mondo dove il passato rischia di sbiadire, il Musée Mémoires 39–45 si distingue come un promemoria essenziale e potente, un luogo che rende omaggio alla memoria di tutti coloro che hanno vissuto la guerra, trasformando la storia da un semplice racconto in una realtà da percepire e non dimenticare. Informazioni visita Bunker: www.bretagna-vacanze.com in Italiano Sito internet museo: www.museememoires39-45.fr/ Come arrivarci: Gps map

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